Carissime e carissimi fratelli e sorelle in Cristo, abbiamo ricevuto una nuova chiamata a vivere la gioia dell’essere donne e uomini pienamente realizzati; a raccogliere l’esperienza e la bellezza della storia parrocchiale di tre comunità (S. Gregorio Magno, S. Francesca Romana e SS. Redentore) che dal primo settembre costituiscono la Comunità Pastorale Madonna di Loreto.
Maria, con il titolo di Madonna di Loreto, ricorda che le parole rivolte a lei dall’angelo Gabriele nell’annunciazione si compiono oggi in noi; Dio ci ha colmati di grazia e ci invita alla gioia piena, alla consapevolezza che cammina con noi e non ci lascia soli anche in questi tempi che sembrano particolarmente difficili e complicati. Egli ci chiama così come siamo, nella nostra piccolezza e fragilità e nel nostro limite che a volte diventa peccato. Nessuno si deve sentire escluso!
Non ci ha chiamati a questo cammino in un’epoca di particolari trionfi religiosi, dove la fede segna manifestamente la vita sociale, piuttosto in un tempo in cui la bellezza di essere credenti emerge dalla passione che ci lega a Lui e che spesso resta nascosta ai grandi della terra, a coloro che vorrebbero muovere le sorti del mondo…
Come spesso accade la nuova chiamata è radicata nella storia: anticamente corso Buenos Aires, la strada che unisce il territorio delle nostre tre parrocchie, si chiamava corso Loreto e terminava nel piazzale omonimo.
ll suo nome trae origine da una Chiesa dedicata alla Madonna di Loreto, voluta S. Carlo e fatta erigere da Federico Borromeo.
Oggi, di quella Chiesa, che in seguito divenne monastero, resta la statua, dedicata anch’essa alla Madonna di Loreto e custodita nella Parrocchia SS. Redentore.
Dunque il nome della nostra comunità è programmatico, vorremmo che la semplicità della vita nascosta agli occhi del mondo, possa essere espressione di relazioni capaci di irradiare di gioia la vita di ogni donna ed ogni uomo che abita o semplicemente attraversa il nostro quartiere.
Chiediamo il dono che fu dato a Maria di penetrare, con lo sguardo, in profondità la realtà che ci è offerta e cogliere, pur nelle contraddizioni che caratterizzano questo tempo, le attese, le speranze e il bene, visibile o più spesso nascosto.
In che modo l’essere comunità pastorale cambierà le nostre comunità parrocchiali? Ci aspetteremmo di poter vedere subito, se non altro per poterci rassicurare, un progetto completo, delle indicazioni precise da seguire, forse anche delle istruzioni su passi dettagliati da compiere… Ma la vita dello Spirito, quando percepisce la necessità di compiere un passo ulteriore, non si manifesta semplicemente nella for-ma di una “riorganizzazione aziendale”, chiede invece di porsi in ascolto del Signore, delle persone che popolano il nostro territorio delle relazioni umane e dei cammini di fede che le tre comunità parrocchiali hanno saputo coltivare e generare in questi anni…
Le novità immediate: i consigli pastorali delle tre parrocchie si raduneranno sempre insieme in attesa di eleggere a maggio un consiglio di Comunità pastorale; la diaconia i cui membri sono nominati dal Vescovo e scelti tra alcuni fedeli laici che si pongano con particolare disponibilità a servizio della comunità intera, sostenendo e promuovendo la più ampia disponibilità dell’intera comunità cristiana a collaborare alla diffusione del Vangelo nella vita quotidiana e alcuni sacerdoti e il parroco.
La reale forza della comunità pastorale si manifesterà nel prendersi cura insieme, non solo delle singole parrocchie e delle persone che le frequentano, ma soprattutto camminando insieme agli uomini e alle donne di buona volontà per costruire delle relazioni sempre più vere e sempre più umane in ogni ambiente che “abitiamo”, valorizzando i carismi di ciascuno e facendo del dono della fede e della preghiera una risorsa che non ci fa ripiegare su noi stessi, ma che ci aiuta a servire ciascuna persona che incontriamo, con l’intercessione e con reali gesti di condivisione e di attenzione alle gioie, alle sofferenze, alle ricchezze e alle necessità di ogni nostro fratello e sorella che c’è stato regalato dall’atto creatore di Dio.